Nel giugno 1944 tutta l’alta valle del Taro, dai passi del Bocco e Cento Croci fino al torrente Manubiola, era presidiata dai partigiani che avevano dato vita al territorio libero del Taro. Il giorno 30 una colonna tedesca forte di circa 150 uomini perfettamente armati, partiva da Berceto a bordo di autocarri con l’obiettivo di penetrare in territorio partigiano. I soldati vennero però bloccati da reparti della guerriglia.
Sopravvalutando la forza dei reparti partigiani, i militari decisero di ripiegare. Prima di rientrare prelevarono un gruppo numeroso di civili come ostaggi per coprire la ritirata. Quando il convoglio giunse presso le scoscese rive del torrente Manubiola, pochi chilometri sopra Ghiare di Berceto, venne improvvisamente attaccato dai partigiani del gruppo “Poppy”, appostati sul lato opposto del torrente, che bloccarono nuovamente il procedere dei militari. In poco tempo giunsero da Borgotaro altri gruppi di partigiani al comando di “Vampa”, “Beretta”, “Richetto”, “Libero”, “Taralli” e “Dragotte”, che attaccarono il nemico sul fianco e a tergo costringendolo alla resa. Quando i partigiani si avvicinarono ai camion sui quali erano giunti i militari, scoprirono l’esistenza degli ostaggi. Tra i sopravvissuti alla sparatoria, giacevano otto corpi ormai privi di vita.
Data: 30/06/1944
Comune: Berceto
Località: Torrente Manubiola
Autore/i: militari tedeschi
Vittime: 8 civili
Descrizione: Domenico Del Nevo (56 anni), Rosetta Del Nevo (11 mesi), Vittorio Gavaini (47 anni) e la suocera Gaetana Ralli, Attilio Levati (41 anni), Giuseppe Ruggeri (40 anni), Mario Salvanelli (85 anni), Giovanni Salvanelli (56 anni)
Lapide/monumento: Stele e cippo posti in località Manubiola