“Cominciano a pervenire le prime notizie dettagliate delle atrocità commesse dai tedeschi nelle
campagne della nostra provincia contro civili inermi. Ventuno sono le vittime tra Ravadese,
Borghetto di Castelnuovo e Case Vecchie, uccise dai tedeschi in ritirata nelle prime ore di
mercoledì 25. Sparsi per la campagna, soldati tedeschi penetravano in case isolate dopo aver saccheggiato e seminato il terrore: un vecchio di 65 anni, Lino Rossi, veniva freddato nel suo letto; Raniero Rolli di ventisei anni cadeva colpito da colpi di fucile nella sua camera, mentre si vestiva.
Gianni Robuschi che ha soltanto 19 anni ed è il più anziano di 9 fratelli, ha raccontato che il padre Guglielmo, già ferito alle spalle, la madre e i fratelli, assieme a molti altri, vennero fatti uscire dalle loro abitazioni e ammassati in una piccola rimessa. Dal gruppo, più tardi, i tedeschi estrassero il Robuschi dichiarando di volerlo medicare, fucilandolo invece sotto gli occhi dei suoi. Il contadino Guido Givera di 43 anni, veniva ucciso davanti alla sua casa; la moglie credendolo soltanto ferito, precipitatasi per prestargli soccorso, mentre aggiustava sotto il capo del marito un cuscino, veniva a sua volta raggiunta da una raffica di mitragliatore.
Terrorizzati, i civili si spargevano per la campagna nel tentativo di sfuggire al massacro, subito inseguiti e bersagliati da lontano. Così è morto Alberto Talignani, padre di una numerosa famiglia, ucciso da un tedesco che ha poi deriso le figlie in lacrime. Così sono morti Pompilio Artoni, altro padre di famiglia, e Valerio Salati, di 49 anni. L’Artoni aveva cercato riparo in un rifugio scavato nei campi: alcuni soldati, scoperto il ricovero, lo demolivano a colpi di bombe a mano. Salvo per miracolo, Artoni veniva fatto segno a nuovi colpi e revolverate che lo ferivano mortalmente. Subito dopo, gli uccisori esigevano che i famigliari, anziché curarsi del loro congiunto, cucinassero delle uova per loro. Un’altra delle vittime, Antenore Raboni, è stato massacrato a colpi di pistola da due ufficiali nei pressi della sua casa e pure nella loro abitazione cadevano i fratelli Gino e Alfredo Tanzi di Ravadese.
Un contadino, Mario Gaiani, sorpreso dai tedeschi mentre governava le bestie nella stalla, dopo aver da solo sgombrato per ordine di questi tutto il portico, venne ucciso sul posto. Un giovane di Ravadese Silvio Mantovani, fatto prigioniero dai tedeschi, ha raccontato la sua avventura: i tedeschi, dopo aver ammassato un gran numero di prigionieri nella cucina di una cascina, separarono le donne dagli uomini, che venivano stipati in numero di cinquanta circa in una stanzetta larga due metri e lunga due metri e mezzo. “Vi diamo cinque minuti di tempo- sono le parole di un ufficiale- perché i partigiani che sono tra voi si costituiscano e consegnino le armi”. Scaduto il termine, tre prigionieri vennero percossi e fucilati sotto gli occhi degli altri. Essi sono i due fratelli Campanini di Case Vecchie, rispettivamente di 24 e 21 anni, e Amilcare Raboni di 26 anni. Il padre dei Campanini fu fatto crudelmente assistere alla fucilazione dei figli. In seguito i tedeschi ordinarono che il gruppo li precedesse sulla strada per Pizzolese dichiarando che avrebbero fucilato tutti, in caso di un attacco di partigiani. In un tentativo di fuga moriva Ferdinando Gatti. Così continuava la tortura in attesa del colpo mortale, finché tre soldati americani, sopraggiunti attraverso i campi, non misero in fuga i tedeschi impedendo altri massacri.
Caso quanto mai pietoso quello della famiglia Pomelli di Ravadese che deve all’atrocità tedesca la perdita di quattro dei suoi membri. Una bambina di dieci anni, una ragazza di sedici anni e un ragazzo di tredici, mentre col loro congiunto Bonazzi fuggivano dalla casa dei loro genitori dove erano entrati i tedeschi, venivano raggiunti e uccisi da raffiche di mitragliatrice.
L’elenco delle prodezze tedesche è purtroppo molto lungo e ai nomi di queste vittime bisogna aggiungere quelli di Mirko Fava, fucilato a Ravadese, come pure di tutti quelli che il furore teutonico ha massacrato in altre zone della nostra provincia. Neppure le donne i tedeschi hanno risparmiato, ferendo col calcio del fucile, fra le tante, Dirce Solari, Ada e Dina Campanini; non hanno esitato a lanciare bombe a mano a casaccio attraverso le finestre; hanno oltraggiato e percosso i morti; hanno saccheggiato e distrutto ogni cosa”.
Da “Il vento del Nord”, 1 maggio 1945
Data: 25/04/1945
Comune: Parma
Località:Ravadese
Autore/i: militari tedeschi
Vittime: 11 civili
Descrizione: Pierino Carpi (31 anni), Mirko Fava (19 anni), Raniero Rolli (27 anni), Gino Tanzi (34 anni), Giorgio Luccetti (18 anni), Pierino Gibertini (31 anni), Mario Turchi (20 anni), Quirino Anzola (23 anni), Franco Agnelli (14 anni), Renzo Ghirardi (11 anni), Luigi Ghirardi (3 anni)
Lapide/monumento: monumento in marmo e pietra posto in località Ravadese
Riferimenti bibliografici / archivistici: Vittorio Barbieri, “La popolazione civile di Parma nella guerra ’40-‘45”, Associazione nazionale vittime civili di guerra, sezione di Parma, Parma 1975